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La storia del museo e della famiglia Cerato

La storia del museo dei fossili

Il primo Museo dei Fossili di Bolca venne realizzato nel 1971 e si sviluppava su due sale poste sullo stesso piano. Nella prima era presentata, con disegni e cartine tematiche, la situazione geologica della zona e sulla parete di fondo vi era un grande quadro che ricostruiva l’ambiente di Bolca nell’Era Terziaria. Attualmente questo grande dipinto abbellisce una parete all’ interno della sala congressi del nuovo museo.

La seconda sala mostrava il metodo di studio e nelle vetrine si potevano ammirare oltre 100 reperti fossili di straordinaria bellezza.

Visto il crescente interesse verso la paleontologia che faceva arrivare a Bolca migliaia di visitatori (più di 100.000 nel 1972), creato sicuramente dalla quantità, dalla rarità e dalla bellezza dei reperti rinvenuti durante gli scavi da Massimiliano Cerato, la Comunità Montana della Lessinia ha sentito il bisogno di creare una nuova struttura per poter dare visibilità anche ai numerosi nuovi reperti.

E’ stata pertanto stipulata una convenzione con la Famiglia Cerato che si curava del primo Museo, anche per la gestione di quello nuovo.

Inaugurato il 28 luglio 1996 è formato da tre ampie sale espositive e una sala conferenze. E’ una delle più spettacolari esposizioni museali, non solo nazionali, con più di 500 esemplari fossili, per lo più di pesci, ma vi sono anche vere rarità di crostacei, molluschi, insetti, palme, noci di cocco e di altri vegetali, tutti risalenti al dell’Eocene Medio, periodo compreso fra i 50 e i 48 milioni di anni fa.

La storia della famiglia Cerato

Il primo Cerato

Il primo Cerato presente a Bolca, trovato nei documenti, è quello di Orazio che morì prima del 1641 e poi  Bernardo Cerato. Sappiamo che provenivano dall’ Altipiano dei sette comuni di Asiago e  che vennero a  Bolca per lavorare nelle miniere di carbone. Le notizie sono frammentarie, ma un altro documento attesta che Domenico (nato nel 1691), figlio di Bernardo e suo nipote Giuseppe (1728-1781) lavoravano nelle miniere di lignite. Da un altro documento risulta  che un altro Domenico Cerato (1760-1818) assegna nel 1777 dei terreni sul Monte Purga al figlio Giuseppe per l’ estrazione del carbone.

 

1788 al 1861

Seconda generazione

Giuseppe Cerato (1788-1861)

Troviamo testimonianze più precise con l’arrivo di Giuseppe Cerato (1788-1861) e si fa partire da qui la seconda generazione. Lui ed il padre, durante l’estrazione della lignite, trovano i primi resti di coccodrilli, di tartarughe e di palme che assemblano. Bolca era già conosciuta per i suoi fossili. Le cave allora appartenevano alla famiglia Maffei di Verona e, nel 1787 una parte viene ceduta al conte Giovanni Gazola. Nel 1818 arriva a Bolca, per vedere i fossili,  l’ Imperatore Francesco I d’Asburgo . I Cerato si sentono molto onorati da tanto evento e, a molti figli che nasceranno in seguito, verranno dati nomi provenienti  dalla casa reale austriaca, come Massimiliano, Venceslao, Maria Carolina, Augusto Ferdinando.

Nel 1817 si stipula il contratto di affitto della cava Maffei e nel 1834 anche di quella Gazola. Nel 1854 viene acquistata la cava Maffei. Purtroppo i tempi non sono buoni, il contratto di affitto è oneroso e si accumulano i debiti e avvengono pignoramenti anche di beni semplici ed essenziali. Fortunatamente il loro aiuto viene da Tregnago, per merito del padre di Abramo Massalongo. Da questo momento il giacimento, chiamato ”La Lastrara”, diventerà “La Pesciara”. Giuseppe Cerato Muore nel 1861 e l’attività prosegue con il  figlio Attilio Domenico.

1788 al 1861

Dal 1826 al 1904

Terza generazione

Attilio Cerato (1826-1904)

La terza generazione coincide con la vita di Attilio Cerato. Inizialmente si occupa, assieme a suo padre Giuseppe,  dell’estrazione della lignite, materiale assai richiesto dall’industria siderurgica, visto lo sviluppo delle fabbriche e dei cantieri navali. Attilio è molto abile ed esperto nel suo mestiere e viene spesso contattato e richiesto come consulente nella gestione delle miniere della regione. Molti Musei nazionali e stranieri si rivolgono a lui per avere pezzi da esporre nelle loro vetrine. I luminari del tempo frequentano assiduamente Bolca, ricordiamo i più conosciuti: Abramo Massalongo, Paolo Lioy, Achille de Zigno, Domenico dal Lago. Fra i suoi ritrovamenti più famosi, un pesce Angelo nella Pesciara  e tre coccodrilli nelle cave di lignite del Monte Purga.

Ha una stretta corrispondenza con studiosi e Musei di tutta Europa, ma anche d’America come Boston, Halifax e New York. Nel 1901 fa da mediatore nella cessione della collezione del conte Ottavio di Canossa al tedesco Kranz che poi la cederà al museo di Berlino. Fra i reperti il famosissimo Arcaeophis proavus, un serpente terrestre lungo oltre un metro.

Dal 1826 al 1904

Dal 1853 al 1931

Quarta generazione

Giuseppe Cerato (1853-1931) e Massimiliano Cerato (1860-1928)

Durante l’ estrazione della lignite nel Monte Purga continuano a trovare coccodrilli e palme. Nella Pesciara prosegue la ricerca e i reperti  vengono proposti a collezionisti e ai Musei, inviando una foto dei reperti col prezzo scritto, dietro a penna. Giuseppe è all’ avanguardia, è  uno dei primi ad usare la macchina fotografica e usa le foto e non schizzi e disegni a penna come si faceva prima,  per pubblicizzare i suoi ritrovamenti.

Dal 1853 al 1931

1898-1961

Quinta generazione

Erminio Cerato (1898-1961)

Continua l’attività della famiglia, ma allo scoppio della prima Guerra Mondiale viene chiamato al fronte dove è fatto prigioniero e mandato a lavorare in Ungheria. Quando torna, con suo padre e suo zio riprendono le ricerche nelle gallerie della Pesciara, ma solo durante l’inverno perché negli altri mesi si lavorava nei campi. I lavori di scavo vengono sospesi dopo la morte del padre e dello zio e lui si dedica alla politica. Diventa sindaco di Vestenanova rimanendo in carica fino al 1938. Finito il mandato, riprende ad estrarre la lignite fino al 1946, riaprendo diverse gallerie nei dintorni di Bolca. Alle sue dipendenze sono occupati oltre cento operai e le condizioni di lavoro e le tecniche sono molto migliorate: il trasporto del materiale dalle gallerie avviene  con carrelli  su binari di ferro e grazie all’ utilizzo delle lampade a carburo si ha una migliore visibilità. Il carbone partiva sui carretti da Bolca con destinazione San Giovanni Ilarione, da qui col treno arrivava a Verona e alla fine smistato in altre città.

In questo periodo fra i minatori c’è anche il giovane figlio Massimiliano e ogni tanto si portano a casa una palma fossile e insieme la ricompongono. Nel 1946 Massimiliano trova uno scheletro completo di coccodrillo che immediatamente fa arrivare al Museo di Verona e nel 1960 una libellula nella Pesciara, consegnata subito allo stesso museo. Erminio ha sette figli, ma solo Massimiliano, dopo la sua morte nel 1961 porta avanti la tradizione.

1898-1961

Sesta Generazione

Massimiliano Cerato (1925- 2012)

Passa gran parte della sua infanzia seguendo le orme del padre,  nelle gallerie della Pesciara e a 10 anni scopre il suo primo fossile: la “Paranguilla Tigrina” che a prima vista scambia per un rospo.  Negli anni ’50 collabora presso il Museo di Verona nell’inventario e nel restauro dei fossili e qui conosce il Conte Baja col quale dà inizio ad una proficua collaborazione. In questi anni avvengono ritrovamenti di rara bellezza fra cui il Ceratoichthys Pinnatiformis . A Verona conosce anche il dottor Jacques Blot, direttore del Museo Nazionale di Parigi con il quale resterà in stretta amicizia fino alla sua morte. All’ inizio degli anni ’60 Massimiliano deve risolvere il problema  della concessione del permesso di scavo ostacolato dall’applicazione di una legge del 1939 per la quale gli scavi fossiliferi dovevano essere diretti ed effettuati dell’Ente Pubblico. Con l’ intervento del  Direttore del Museo di Storia Naturale di Verona, Sandro Ruffo, presso il Ministero, Massimiliano ottiene l’autorizzazione di ricerca e scavo nella Pesciara e nel monte Postale sotto il controllo scientifico dell’Ente Pubblico. Riprendono a scavare. Nel frattempo arriva la corrente elettrica e si lavora alacremente fino alla fine degli anni’80. Danno una mano anche i giovani figli Erminio e Massimo. E’ un periodo fortunato per i ritrovamenti: nel 1971 il pesce Angelo più grande estratto dal Monte Postale. Massimiliano ne troverà un altro nel 1972, nella Pesciara, poi uno nel 1973, due nel 1982 e altri due, di notevoli dimensioni, nel 1989 su Monte Postale. Nel 1986 con il figlio Erminio porta alla luce il “Blochius Longirostris”, un pesce spada che, con i suoi m. 2,30 di lunghezza, rimane l’ittioilite dalle dimensioni maggiori fra i reperti rinvenuti a Bolca. Nella Pesciara, nel 1979, avviene  l’eccezionale ritrovamento di un esemplare di squalo lungo m. 1,20 , ora visibile nel  locale Museo

Settima Generazione

Achille , Erminio, Massimo Cerato

 Dopo il 1989 non arriva più l’autorizzazione agli scavi e addirittura si minaccia l’esproprio dei giacimenti. Nel 1999, dopo una sollecitazione da parte del dott. Sorbini presso il Ministero, può riprendere l’attività. Si scaverà due mesi all’anno, da ottobre a novembre fino al 2011, sotto la supervisione del dott. Roberto Zorzin, conservatore presso il Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Recenti carotaggi e prospezioni geoelettriche su due siti della Pesciara hanno rivelato un potenziale molto interessante.

 Attualmente Achille Cerato si occupa della gestione del Museo dei fossili, ingressi e visite guidate. Massimo ed Erminio seguono l’attività didattica e le visite nella Pesciara ed i rapporti di Partenariato con la città dei fossili di Eichstätt in Germania.

 Nel 2012 Massimo pubblica il volume “Cerato, i pescatori del tempo” in cui si racconta l’emozionante storia della sua famiglia. Gli scavi sono finalmente ripresi nel 2021 sotto la direzione tecnico-scientifica del Museo di Storia Naturale di Verona. In una zona finora poco esplorata della Pesciara, magari con qualche nuovo ritrovamento, si spera di aggiornare, il già notevole patrimonio paleontologico di Bolca.